San Faustino, archivio storico

 
1966-2020 LA FIERA DI SAN FAUSTINO NELL’ARCHIVIO DEL MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA
presso Macof in Via Moretto 78
La fiera di San Faustino è un evento a cui i bresciani sono strettamente legati e nel quale trovano i loro ricordi più vividi: il 15 febbraio non si va a scuola e al lavoro, si va in fiera, semplicemente per sentirsi parte di quel grande cuore pulsante di bancarelle, urla, profumi, incontri casuali lungo quell’affollato biscione che parte dai dazi neogotici e si snoda per il centro cittadino, seguendo quello che un tempo era il corso della Garza.
Questo è il giorno delle celebrazioni religiose legate ai Santi patroni, è il giorno in cui centinaia di bancarelle animano il centro storico, in cui la città vibra di colori, luci, tra sorrisi di venditori, bambini e famiglie.
Dal 1966 la fiera si trasforma in un banco di prova per i fotografi cittadini, perché proprio in quell’ anno il Cinefotoclub organizza per la prima volta un concorso fotografico dedicato alla festa, le cui edizioni, senza interruzioni, arrivano fino al 2020, ultimo anno in cui si è svolta la festa e si è indetto il premio.
In oltre cinquant’anni, attraverso questi concorsi, sono state raccolte centinaia di fotografie, oggi conservate nell’Archivio del Museo Nazionale della Fotografia, che rappresentano un’ importante documentazione sulle trasformazioni della nostra città e non solo, più in generale sui cambiamenti della società stessa nell’ultimo mezzo secolo.
In mostra sono esposti i grandi fotografi bresciani, che con i loro personali sguardi hanno raccontato diversi aspetti della fiera; ricordiamo tra i molti nomi i grandi neorealisti bresciani come Fausto Schena, Piero Gerelli, Piero Manenti, Giuseppe Pellegrini, la nuova scuola dei giovani innovatori degli anni ’80 come Fabio Cigolini, Giambattista Pruzzo, Roberto Marchi, passando poi per Cesare Morstabilini, Lucio Vecchi e Maria Maestri.
Una selezione di fotografie vintage che ci raccontano come sono cambiate le mode, le acconciature, gli abiti, le novità dell’anno sulle bancarelle; attraverso il succedersi dei manifesti sui muri abbiamo il trascorrere del tempo e della storia della città. Riappaiono ogni anno i leitmotiv come le caldarroste, i palloncini, i dolciumi, i fotografi cercano in ogni edizione nuove angolazioni, nuovi scorci, nuove curiosità, nuove luci. In fondo la sfida è grande: la fiera si ripete ogni anno uguale a se stessa, sta nell’occhio di chi guarda trovare il nuovo e l’inaspettato, provare a guardare lo spettacolo con gli occhi di un bambino, lasciarsi meravigliare come se ogni 15 febbraio fosse la prima volta.
Nello stesso tempo cambiano le tecnologie a disposizione dei fotografi: dalle stampe in bianco e nero in camera oscura dei primi concorsi, si passa per i colori saturi delle diapositive degli anni 90, superando i primi fotoritocchi digitali fino alle stampe fine art contemporanee.
La fiera diventa pretesto per testimoniare un’epoca e per dimostrare l’importanza dello sguardo nella narrazione della storia: nel 2020 è stata fatta l’ultima edizione del concorso, ignari di quello che sarebbe da lì a poco successo. Compaiono le prime mascherine, che aleggiano incongrue e minacciose sulla folla, sulla spensieratezza che ancora Brescia aveva prima dell’aggressione del virus.
Anche quest’anno la fiera non si farà, ma a noi non resta che continuare a raccontare, e quest’anno magari, proprio attraverso la sua assenza.
Luisa Bondoni

  


In esposizione fino al 3 marzo 2022.
Macof in Via Moretto 78