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Museo Nazionale della Fotografia - Brescia

In esposizione dal 10 Giugno al 9 Luglio 2023 | inaugurazione: sabato 10 Giugno ore 17:00

CINQUANTACINQUE :: FOTOGRAFIE DI GIOVANNA MATASSONI
mostra in collaborazione con GFS - gruppo fotoamatori sestesi

Matassoni

Il ricordo è labile, parafrasando, qual piuma al tempo. Magari un po’ meno, dalla comparsa della fotografia, il cui uso sociale più diffuso è legato appunto alla memoria e al desiderio di farla vivere nel tempo. Conservate alla rinfusa nelle scatole da scarpe, dimenticate in qualche libro o nei cassetti, o ben ordinate negli album genealogici da salotto non importa, le fotografie sono comunque le impronte disseminate lungo il nostro cammino esistenziale.
Ma a dispetto di un’apparente linearità, tempo e fotografia si intrecciano secondo un diverso fluire, con un tempo della storia e uno personale, che nella dimensione sospesa della fotografia seguono proprie traiettorie emotive, alla ricerca di ciò che di noi sentiamo esserci, nascosto da qualche parte. Qualcuno li chiama bilanci, e “Cinquantacinque” è appunto un titolo che offre la chiave per entrare in questo lavoro intimo di Giovanna Matassoni, che si apre alla condivisione generazionale di quel mondo in rapida trasformazione celebrato dal prato della Via Gluck.

Protagonista della mostra, tratta da un libriccino la cui dimensione materica di oggetto “fatto a mano” richiama l’unicità di ogni vicenda umana, è dunque la geografia del divenire dell’Autrice, che si intreccia sullo sfondo con quella familiare e sociale, attraversando epoche lontane ormai mezzo secolo. Un tempo la cui distanza è rivelatrice, come una visione aerea, di trame costellate a volte di fotografie, cui la Matassoni si affida per dipanare la complessità del rapporto fra presente e passato, e aprire infine cancelli irrigiditi dalla viscosità del tempo.
Le foto dell’Autrice bambina sono le piccole madeleine da cui si stratifica l’elaborazione concettuale di un’opera dai diversi piani di lettura, il cui dispositivo introspettivo realizza esiti decisamente felici, con bagliori di lirismo di grande intensità. Portando alla luce il passato con nuove modalità, ciascuna di queste foto è un rimando ad un ricordo personale che coincide con un particolare momento della vita familiare, frammenti da ricomporre alla ricerca delle radici di un’identità, che nel dispositivo originario confluiscono in una narrazione testuale parallela e complementare, intessuta fra la cronaca e l’intimista.
Dunque un viaggio nel visibile, ma al tempo stesso esplorazione di quanto per Saint-Exupéry è invisibile agli occhi, con percorsi destinati a fare emergere le dinamiche di ciò che l’Autrice, bimba dalla diversità mancina, cresciuta con una sensazione di imperfezione, sente di essere diventata oggi. Un passato che si relaziona con il presente attraverso l’indefinitezza dell’esposizione multipla, le cui trasparenze incompiute si prestano a narrare con efficacia la labilità del ricordo, e insieme l’incerta precarietà dei percorsi, mai definitivi. Metafora, per altri versi, di una continuità nella trasformazione che schiva la tentazione del confronto documentario fra status distinti, consentendo alle atmosfere rarefatte del ricordo di liberare la nostra immaginazione.
Apparentemente invisibile, c’è un’altra presenza, insieme all’Autrice, che nel sovrapporsi delle epoche le attraversa fino all’oggi, e che si rivela nella scelta di foto dal medesimo punto di vista, ad altezza di bimba. È il padre, biografo di famiglia dietro la macchina fotografica, al quale questo lavoro è dedicato, lui che accompagna per mano nella scoperta quotidiana, e che a sua volta impara nuovamente a vedere attraverso la freschezza della meraviglia.
Dunque un’opera che nel guardare al passato con la benevolenza del sorriso fonde pensiero ed emozione, creando una tensione empatica capace di instaurare con lo spettatore una complicità che invita al riconoscimento esperienziale. Una relazione alla quale contribuisce l’allestimento particolarmente suggestivo scelto dall’Autrice, con la luce densa e lattiginosa dei lightbox che conferisce a questi frammenti di esistenza, fluttuanti in una sospensione del tempo, la luminescenza surreale del sogno. Spesso il luogo della conoscenza di se stessi.
Attilio Lauria - curatore mostra

Contrada del Carmine, 2F Brescia
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in esposizione dal 10 Giugno al 9 luglio 2023
Sabato e domenica dalle 16 alle 19
Martedì, Mercoledì, Giovedì dalle 9 alle 12

INGRESSO LIBERO